Bormio-Alta Valtellina: Passeggiate - escursioni per famiglie con bambini

Valfurva: Da San Gottardo a Pradaccio

Tutti conoscono la Val Zebrù, tutti vanno in Val Zebrù, che è sicuramente una delle più belle valli del Parco Nazionale dello Stelvio. Ma pochi sono a conoscenza del fatto che allo sbocco della Val Zebrù c’è una stupenda maggese, Pradaccio, dove si trovano due bei gruppi di baite, molti taulà (fienili) oltre che baite singole. Questo è un posto molto rilassante, tranquillo, ove di notte vengono a brucare l’erba i caprioli ed i cervi. Forse méta meno ambita della Val Zebrù, ma comunque molto bella. Perchè non andarci una volta?

San Gottardo è una piccola frazione della Valfurva che si raggiunge dalla S.S. 300 prendendo la prima strada a sinistra (proveniendo da Bormio) appena superato il ponte sul torrente Zebrù, a San Antonio. Una stradicciola bianca si diparte proprio in fondo al paesino e sale tra i prati, superando anche un paio di tornanti. Si toccano alcune baite e fienili sino a raggiungere, tra accenni di bosco di larici ed abeti, il maggese di Pradecc, posto sulla sinistra dello sbocco della Val Zebrù e che presenta in particolare due gruppi di baite caratteristici. La zona è molto piacevole, con bei prati e pascoli e con un arioso panorama sul bormiese.

Difficoltà: poco impegnativa
Dislivello: 340 metri – Quota di partenza: 1400 metri
Tempo: ore 1.30 – 2

 

Valfurva: La passeggiata in Val Zebrù

Narra la leggenda che intorno al 1150 il conte Johannes Zebrusius, feudatario della Gera d’Adda, rifiutato in amore dalla figlia di un castellano del Lario partì per una crociata in Terra Santa. Tornato dopo quattro anni seppe che la bella Armelinda era già convolata a nozze con altri. Vinto dal dolore, Zebrusius si ritirò nell’aspra solitudine di questa vallata alpina ove visse trent’anni ed un giorno. Il prode cavaliere, sentendosi avvicinare l’ora della morte, si adagiò sul fondo della tomba di pietra che si era costruito e fece scattare il macchinoso congegno che calò sopra di lui l’enorme e bianca pietra sepolcrale con inciso il suo nome.

Dal parcheggio di Niblogo, sopra Madonna dei Monti, oppure da quello sovrastante delle Fantelle, si giunge alla località detta Le Tre Croci, perchè un tempo vi erano tre croci (delle quali ne è rimasta solo una). La strada continua facile ed evidente, attraversa il torrente dello Zebrù portandosi sulla destra della vallata per un lungo tratto per poi arrivare, sulla sinistra della Val Zebrù, alle Baite di Campo. Qui vi è l’azienda agrituristica La Baita, che offre genuini e tipici prodotti fatti in casa, e più avanti il Rifugio Campo. Proseguendo ancora si arriva alla Baita Pastori.

Difficoltà: poco impegnativa
Dislivello: 300 metri – Quota di partenza: 1600 metri
Tempo: ore 4 – 4.30

 

Valfurva: Quattro passi in alta Val Zebrù

Le particolarità naturalistiche e paesaggistiche dell’alta Val Zebrù sono impareggiabili, ma la maggior parte delle persone conosce solamente la parte bassa della valle, anch’essa certamente molto bella. Soprattutto in una limpida giornata, l’osservare il ghiacciaio della Miniera che discende da quel colosso montuoso che è il Gran Zebrù tra le rocce di colore differente della Cima Miniera e della Cima delle Pale Rosse è cosa unica sicuramente. La zona è molto ricca mineralogicamente e la fauna, soprattutto il timido camoscio, vi trova il suo habitat naturale.

Dalla Baita Pastori (2168 mt.), ove conviene farsi portare con un automezzo fuoristrada, si diparte in direzione est un sentiero che porta in alta Val Zebrù, verso l’omonimo Passo sito a 3000 metri di quota. Il tracciato è abbastanza agevole ed è inserito in una stupenda zona alpina di alti pascoli. Per godere appieno delle bellezze naturalistiche di questi luoghi si consiglia di portarsi almeno fin verso il centro della testata della valle, intorno ai 2700 metri di quota, laddove si trova la evidente morena glaciale formata dal ghiacciaio della Miniera (in questo modo si sono superati circa 500 metri di dislivello).

Difficoltà: moderatamente impegnativa
Dislivello: 500 metri – Quota di partenza: 2170 metri
Tempo: ore 4 – 5

 

Valfurva: La strada dell’Ables e Solaz

La gita si svolge quasi interamente sulla bella strada militare dell’Ables, che si snoda sul versante solatio della Reit. Nelle parti più alte raggiunge i panoramici pascoli di Solaz.

Generalmente si percorre questo itinerario partendo dal parcheggio del Parco Nazionale che si trova appena dopo Canareglia. Per raggiungere questa frazione occorre superare Madonna dei Monti. Al primo tornante, ove c’è un bar, si stacca sulla sinistra una strada che arriva al piccolo parcheggio. Da lì una stradicciola sterrata giunge in breve ai tranquilli prati di Ortagio, ove si trovano due baite in muratura. La strada militare continua, con pendenza omogenea, in un bel bosco di larici sino a raggiungere i pascoli circostanti Plazanech. L’ampio vallone a cui si giunge, tra una vegetazione di pini mughi con roccioni filladici affioranti, è detto Val da li Fontana. Superatolo, ad un tornante su di un alto muro a secco si diparte, sulla destra, un ripido sentiero che porta, senza potersi sbagliare, ai pascoli di Solaz da Frio e, continuando, ai bellissimi pascoli di Solaz d’Inzù, terrazzo incredibile sulla Val Zebrù.

Difficoltà: poco impegnativa
Dislivello: 430 metri – Quota di partenza: 1700 metri
Tempo: ore 2.30 – 3

 

Bormio: La Pedemontana della Reit

La Pedemontana della Reit è una passeggiata molto nota e frequentata in tutte le stagioni, anche dalla gente del posto. Si tratta di un bellissimo percorso tra i larici, molto arioso sull’abitato di Bormio. In agosto è molto caldo ed assolato, essendo su un versante quasi completamente a sud. In autunno il camminare su quei tappeti gialli formati dagli aghi dei larici caduti è una cosa incantevole, ed un’esperienza unica anche per i bambini.

Sulla strada dello Stelvio, ad una curva poco prima della corta galleria dei Bagni Vecchi di Bormio, si trova sulla destra un piccolo parcheggio. Da lì si diparte la Pedemontana della Reit, bella strada forestale che offre spunti panoramici su Bormio veramente notevoli. Subito si incontra il Rifugio chiuso di Pravasivo, del Parco Nazionale dello Stelvio. La stradetta prosegue molto facile attraverso mughi e larici, passa la valle di Campello e, superato un breve tratto un po’ ripido, si affaccia sulla Valfurva. Presto si arriva ad ampi pascoli, ove si trovano delle panchine ed un’area pic-nic. Volendo continuare si raggiunge un tratto con discesa molto ripida che porta a congiungersi con il percorso che sale da Uzza (Valfurva) attraverso Premesan e che porta alla casina della Val d’Uzza.

Difficoltà: facile
Dislivello: 120 metri – Quota di partenza: 1420 metri
Tempo: ore 1.30 – 2

 

Bormio: La passeggiata di Boscopiano

Una classica e piacevole passeggiata, quella ai prati di Boscopiano, immersa nella severità della natura. La confluenza della Val del Braulio con quella di Fraele, con le contorte pareti rocciose del Monte Scale lì di fronte, è un punto particolarmente importante per la geologia dell’alta Valtellina.

Salendo lungo la strada statale dello Stelvio, superata la corta galleria dei Bagni Vecchi di Bormio ed appena prima di entrare nella Valle del Braulio, sulla sinistra si incontra su un rettilineo la stradina che scende a Boscopiano. Siamo nelle incontaminate forre della valle di Fraele, nel punto dove l’adda incontra il suo primo affluente serio: il fragoroso torrente Braulio. Dopo poche decine di metri si trova un piccolo posteggio. La stradina continua tra i mughi e

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Difficoltà: facile
Dislivello: 50 metri – Quota di partenza: 1550 metri
Tempo: ore 1 – 1.30

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Tratto dalla guida Passeggiate per famiglia e con i bambini in Alta Valtellina, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...

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