L’escursione qui proposta, già famoso itinerario di collegamento per gli alpinisti di fine 800 che volevano raggiungere dalla Valcamonica l’albergo Buzzi (ora Rifugio Forni), si snoda su un lungo ma facile e quasi pianeggiante percorso, naturale belvedere. Essa offre spettacolari vedute sull’alta Valfurva e si sviluppa in un avvicendarsi di aspetti ambientali e paesaggistici molto eterogenei: dagli arrotondati e dolci dossi filladici modellati dalla potente azione dei ghiacciai nelle epoche remote, alle impressionanti forre che incidono la Val dal Ghésc, come era anticamente chiamata la parte inferiore della Valle del Gavia, alle deliziose cascate alimentate dalle acque della Vedretta del Tresero, alle severe e strapiombanti pance di ghiaccio azzurro che sostengono la geometrica parete nord del Tresero stesso.
Itinerario Rifugio Berni - Rifugio Forni
Dal Rifugio Berni ci si dirige, sulla carrareccia che porta verso la Val da Dosegù, al vecchio Rifugio Gavia. Poco prima di raggiungerlo si stacca, sulla sinistra, una mulattiera che si abbassa dolcemente sul pianeggiante Plan Bormin prima di raggiungere, con più decisa discesa, il naturale passaggio del Pont da Préda e superare, quindi, il Rin da Dosegù. Il sentiero prosegue a mezza costa e, con leggeri saliscendi, supera alcuni valloncelli copiosi di acqua oltrepassando cengioni modellati dal glacialismo quaternario, detti localmente li corona, che danno il nome al sentiero stesso in questo tratto ed al ricovero per i pastori che si incontra poco dopo, il Baitin da li Corona (2445 mt. – Baita dei Pastori, IGM). Lasciando sulla destra il vecchio tracciato che porta ai ruderi della Capanna Bernasconi, si prosegue sino ad un altro bivio: sulla sinistra scende, lungo il Dos Bolòn, la vecchia mulattiera dei mercanti veneziani, sulla destra invece il sentiero continua, verso nord, sempre a mezza costa e porta all’Alpe Treséro, di proprietà del Comune di Valfurva.
Da qui risale i pascoli del Plan da li Marmota e porta in breve sul panoramicissimo Dosso Tresero dove, a poca distanza da un ripetitore, è sito uno dei piccoli rifugetti di servizio delle Guardie del Parco Nazionale dello Stelvio, sempre chiuso. Lo sguardo si apre, ora, sulla valle dei Forni e, lasciato sulla sinistra il famoso sentiero della Romantica che si abbassa rapidamente a raggiungere Santa Caterina Valfurva, si prosegue senza perdere quota sul sentiero che ci porterà a destinazione, e che ora viene chiamato Troi da Treseir. superato un ampio avvallamento ed oltrepassato il Rin da Ciòsc, erroneamente chiamato Ciose sulle cartine, si raggiungono i pascoli di Ceréna, in primavera battuti da paurose valanghe che rimangono, generalmente, fino a tarda estate. Si continua sempre in direzione nord-est e passato l’impetuoso Rin Rabiòs (Torrente Arrabbiato), con severe vedute sui sovrastanti seracchi pensili aggettanti dai versanti nord del Tresero, si attraversa il desolato Dòs di Làrasc. Guadagnato un piccolo ponticello che attraversa il Frodolfo si raggiunge la località Campécc’, dove si trova il piccolo Ristoro Stella Alpina, e da qui in breve, su strada asfaltata, il Rifugio Forni (2178 mt.).
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Difficoltà: escursionistico
Dislivello: 200 metri
Tempo: ore 3 – 4
Tratto dalla guida Rifugi alpini, bivacchi e itinerari scelti, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...