Escursione Valfurva: Dal Rifugio V Alpini al Rifugio Pizzini

L'escursione che và dal Rifugio V Alpini al Rifugio Pizzini è senz'altro uno tra i più remunerativi itinerari naturalistico - ambientali del Parco Nazionale dello Stelvio. Il percorso si svolge per lo più, su sentiero ben tracciato, proprio sull'evidente contatto tra tipi di rocce completamente diverse, sia come origine che come età, già descritto nell'itinerario consigliato per il Rifugio Campo di Val Zebrù. Ma il vero gioiello naturalistico di questa escursione è dato dalla Cima della Miniera (3367 mt.). Grazie alla maggior debolezza geologica - strutturale di questa particolare zona della crosta superficiale terrestre, data appunto dal sovrascorrimento in orizzontale di un potente strato calcareo - dolomitico su rocce più vecchie di tipo micascistoso, in quest'area è riuscita ad incunearsi, durante la formazione della catena alpina, una roccia eruttiva di tipo granitico, che possedeva quindi un elevato calore. Non riuscendo a raggiungere l'esterno (ora allo scoperto grazie alla erosione superficiale), si è raffreddata molto lentamente ed a contatto con gli altri tipi di rocce completamente diversi come composizione, dando luogo ad estese e belle mineralizzazioni. Tra di esse, degna di nota è una interessantissima vena di minerale con una elevata percentuale di ferro (Magnetite) che nei secoli scorsi fu pure oggetto di un modesto sfruttamento (da qui il nome di Cima della Miniera).

Ad aumentare i contrasti di colore dati dai vari tipi di rocce e mineralizzazioni, sbuca, misteriosa e quasi inaspettata, la azzurra e sospesa lingua frontale della Vedretta della Miniera, bel ghiacciaietto che ha origine nell'anfiteatro sud - occidentale del Gran Zebrù. Le sue imponenti e regolari morene laterali, che questo percorso va ad attraversare, testimoniano i bei tempi passati delle grandi glaciazioni quaternarie. Le zone descritte sono anche l'habitat naturale della tipica fauna alpina, soprattutto del camoscio, della pernice bianca e della lepre variabile. Lungo il percorso non è raro, poi, incontrare il maestoso stambecco. A conferma della validità naturalistica di queste zone, basti pensare agli illustri personaggi che hanno valicato il Passo Zebrù, che si supera in questa traversata.

Il primo alpinista che lo attraversò, nel 1864 fu il famoso botanico bormino Martino Anzi, che scprì parecchie decine di specie floristiche mai rinvenute fino ad allora in Valtellina e che approfondì in modo particolare gli studi sui muschi, al punto di veder comparire il suo nome quale scopritore di specie ancora sconosciute nella, allora, classica "Briologia Italiana" del Comm. De Notaris. L'anno seguente fu nientemeno l'Abate Stoppani, padre della geologia italiana, che lo percorse in senso inverso provenendo dalla Val Zebrù, e che ci lasciò una stupenda descrizione di quell'arduo cammino nel suo libro "Serate dello zio", precedente al più famoso "Bel Paese".

Itinerario Rifugio V Alpini - Rifugio Pizzini

Dal Rifugio V Alpini si ridiscende circa di un centinaio di metri di dislivello lungo l'itinerario d'accesso al Rifugio stesso, fino a toccare la morena. Da qui si stacca, sulla sinistra, l'evidente sentiero pianeggiante che taglia il pendio detritico e che raggiunge, dopo circa 700 metri, un'evidente insellatura che apre un ampio e completo panorama sull'intera Val Zebrù. Proseguendo, costantemente in direzione sud - est,


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Difficoltà: escursionistico
Dislivello: 325 metri
Tempo: ore 3

 

Tratto dalla guida Rifugi alpini, bivacchi e itinerari scelti, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...


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