Valfurva: Rifugio Pizzini

Lo stupendo anfiteatronel quale sorge il Rifugio Pizzini è formato dal sistema di creste e vette più rinomate ed ammirate della Valfurva, dal Pizzo Tresero al primo semiarco delle ormai famose 13 cime, con alle spalle il colosso del Gran Zebrù. Dall'atrio d'entrata del Rifugio si ha una vista estremamente estetica del Cevedale, al quale fa da degna corona la lineare parete nord - ovest del M. Pasquale. Il Rifugio fu costruito nel 1887 ed inaugurato il 2 Agosto del 1888 con il nome di Capanna Cedèh, dal nome della valle in cui è sito, ma trascritto in modo errato già in vecchie carte e pubblicazioni dell'epoca, essendo "Val Cedè" il toponimo corretto. Era in muratura a due piani e "contava di sei locali, in parte rivestiti in legno, con dormitorio per le signore", e poteva dare alloggio ad una ventina di persone. Disponeva della classica serratura con chiave universale, disponibile presso le Guide o nei maggiori centri di valle; come altri nella zona dell'Ortles - Cevedale, venne occupato dall'Autorità Militare e fu il centro delle operazioni di quel settore militare durante la prima Guerra Mondiale.

Sede di un piccolo distaccamento di una ventina di Alpini del Btg. Tirano, fu distrutto il 23 settembre del 1915 dai Kaiserjager austriaci, scesi in apposita missione dal Passo del Cevedale, da loro occupato. Nel 1924 la SUCAI del CAI Milano, sotto la direzione e l'organizzazione del giovane Attilio Mantovani, impiantò uno dei primi famosi attendamenti proprio in quella zona, che venne poi prescelta da un gruppo di Soci anziani del CAI Milano stesso (Gruppo Zeledria), con a capo il benemerito Comm. Giorgio Murari, per far ricostruire nel 1926 un nuovo Rifugio che venne dedicato alla memoria del Socio Dott. Luigi Emilio Pizzini. Sulla facciata venne inciso il significativo motto "Bello dirutum, amicitia restitutum", cioè "Distrutto dalla guerra, ricostruito dall'amicizia".

Novità per quei tempi: aveva acqua condotta nel Rifugio!Custode a cavallo degli anni trenta era stato nominato la nota Guida Alpina bormina Giuseppe Tuana, che si era particolarmente distinto durante il periodo bellico, come volontario, a capo della famosa pattuglia delle "Guide Ardite di Val Zebrù", che portò a termine parecchie imprese di rilievo più alpinistico, per quei periodi, che militare. Egli aveva in custodia pure la Casati e, con l'altra Guida di Bormio Giuseppe Canclini, detto Trombinin, la V Alpini in Val Zebrù.

Il Rifugio fu successivamente ampliato nel 1948, sempre per merito del Comm. Murari. Nel 1963 venne eretta immediatamente a settembre, coll'aiuto del Valtellinese Pericle Quadrio, una capanna in legno quale dipendenza e Rifugio invernale, chiamata "Zeledria" in ricordo del gruppo promotore della ricostruzione. Grazie ad un lascito della vedova Frattola, nel 1982 è stato ulteriormente rimodernato ed ottimamente arredato all'interno e viene ora, doverosamente, chiamato Rif. Pizzini - Frattola, a ricordo del Generale degli Alpini Carlo Frattola e del figlio Augusto, caduto sulle cime di Lavaredo.

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Quota: 2706 metri
Località: è situato nell'ampia conca centrale della Val Cedè, chiusa a nord dalle maestose bastionate del Gran Zebrù e ad est dal perennemente ghiacciaio M. Cevedale
Itinerario d'accesso: dal Rifugio Forni (2178 mt.), nella valle omonima (Alta Valfurva), lungo la strada della Val Cedè, seguendo cartelli indicatori.
Ore: 1.30; dislivello: 500 metri
Attrezzatura: posti letto 80 (compreso invernale), servizi igienici all'interno con acqua corrente e docce, servizio ristorante. La costruzione in legno ad ovest del Rifugio, denominata Capanna Zeledria, è in parte adibita a locale invernale sempre aperto, con fornello a gas (20 posti letto)
Apertura:
primaverile: metà marzo - metà maggio
estiva: fine giugno - metà settembre
Telefono: 0342 935513     Cell: 340 8946284     Email: rifugiopizzini@virgilio.it

 

Tratto dalla guida Rifugi alpini, bivacchi e itinerari scelti, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...

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