Sci-Alpinistico: Traversata Tresero – San Matteo

Questa stupenda cresta, tratto iniziale (o finale) della famosa cavalcata delle 13 cime, è da tempi immemorabili considerata come la più classica traversata del bacino del ghiacciaio dei Forni. Si svolge in ambiente maestoso ed estremamente panoramico: dalla vetta del Tresero (3594 mt.) si domina l’intera Valfurva e le verdi vallate del Bormiese, volgendosi ad oriente si godono rari scorci d’alta montagna e ci si immerge nei riflessi del ghiaccio e delle nevi perenni. Già poco sotto la metallica croce posta sulla triangolare piramide del Tresero, anticamente chiamato dai forbaschi al Pich Alt, si cominciano a scorgere resti di baraccamenti militari della guerra del ‘15-‘18, che si ritroveranno poi ancora lungo tutto l’arco della traversata, unitamente ad altri resti, testimoni dell’asprezza della vita militare a quelle quote ed in tutte le stagioni.

 

Dal Tresero lungo divertenti roccette ci si porta brevemente sulla piccola elevazione rocciosa che il Pogliaghi, topografo di fine ‘800, dedicò ad una delle sue migliori Guide di Valfurva, Battista Pedranzini, tragicamente caduto con Marinelli ed Imseng sul canalone est del Monte Rosa l’8 agosto 1881, da sempre considerata un’anticima del Tresero, anche se di esso più alta di cinque metri. La successiva Cima Dosegù (3560 mt.), il cui nome sembra derivi da Dos Guz, fu salita per la prima volta proprio dal Pedranzini poche settimane prima della sua morte e viene ricordata per lo storico scivolone di uno dei più chiari esploratori di questo gruppo, J. Payer, il quale compiendo questa traversata con la sua Guida, Johan Pinggera di Solda il 21 settembre del 1867, sulla ripida discesa del versante nord-est si sporse verso il ghiacciaio dei Forni al punto che, con la cornice che gli si ruppe sotto ai piedi, in pochi attimi… lo raggiunse. Se pur non legati fra loro, pure il fedele Pinggera fu coinvolto nella caduta e si salvarono da quei trecento metri di paurosa caduta grazie a due piccole valanghette che fecero da cuscino ammortizzante.

 

Fortunatamente incolumi, risalirono l’erto pendio che poco elegantemente avevano appena disceso e raggiunsero, in seconda ascensione, i 3678 metri della vetta chiamata “Palle de la Mare”, la quale venne subito dedicata, per ringraziamento, al Santo del giorno, San Matteo, denominazione che ha poi mantenuto con successo fino ai nostri giorni. Da questa bella vetta, amata dagli alpinisti per le eleganti linee della sua parete nord, attraverso monotoni pianori si può raggiungere il Monte Giumella (3594 mt.), così chiamato perchè visto dalla Punta Cadini appare biforcuto, gemellato. Poco sotto è situato il Col degli Orsi (3304 mt.), punto più basso della traversata delle 13 Cime, sul cui lato occidentale si trova il minuscolo Bivacco Meneghello.

 

Itinerario traversata Tresero – San Matteo:

Dal Bivacco Seveso (3398 mt.), lungo tracce di sentiero, ci si incammina per la modesta cresta sud-ovest, eventualmente aggirando a sinistra, sulla neve, un primo risalto roccioso, raggiungendo la vetta del Tresero (3594 mt.). Una facile sella e divertenti roccette di primo grado conducono in pochi minuti sulla Punta Pedranzini (3599 mt.) dalla quale, senza particolari difficoltà, si perviene alla cima Dosegù (3560 mt.): da essa la visione della parete nord del San Matteo è veramente mozzafiato. Per raggiungere la sottostante ampia sella (3550 mt.) occorre prestare un po’ di attenzione alla breve cresta sud-est, che non raramente presenta aggettanti cornici verso nord. In caso di nebbia conviene, qui, tenersi sulle facili roccette completamente a meridione. Per raggiungere il San Matteo (3678 mt.) si percorre la poco difficile cresta nevosa N-O, via seguita dai primi salitori nel 1865, che presenta pendii fino a 45° e per percorrere la quale, a stagione avanzata, ci vogliono quasi sempre i ramponi. Dalla vetta si discende

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Difficoltà: poco difficile
Dislivello: 350 metri
Tempo: ore 2.30 – 3

 

Tratto dalla guida Rifugi alpini, bivacchi e itinerari scelti, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...

Bormio
Diga di S. Giacomo
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