Sci-Alpinistico: Traversata Punta Cadini - Cima Vioz

Questa è la parte centrale della traversata delle 13 Cime, e quella che offre le relativamente maggiori difficoltà tecniche sia su roccia che su terreno misto. Ha inizio al Colle degli Orsi (3304 mt.), depressione che prende il nome dalla sottostante valle trentina sino alla fine dell’Ottocento popolata, si diceva, da una particolare razza di piccoli orsi, e che costituisce il passaggio più diretto, se pur alpinistico, tra la Val di Peio e la Valfurva. Come già detto nelle precedenti descrizioni, queste creste sono impregnate di storia militare della Grande Guerra e proprio quasi in cima alla Punta Cadini (3524 mt.), sul versante sud, si trovano i baraccamenti militari forse tra i più belli che si possono oggi visitare, con camminamenti coperti, attaccati sulle verticali pareti di roccia. Da questa cima si hanno delle visioni uniche e di incomparabili bellezza sull’intero bacino dei Forni ed in particolare sulla cresta che congiunge il Tresero al San Matteo. Nei primi anni del Novecento era in progetto, sulla cresta sud-est della Cadini intorno a quota 3300 metri, la costruzione di una Capanna per permettere a sempre più “visitatori” di raggiungerne la vetta e godere, così, di questi panorami.

La sua parete N-NO era, fin dai tempi di Aldo Bonacossa, una classica del gruppo. La rocciosa cresta della Rocca di Santa Caterina (3529 mt.) offre i passaggi in roccia più remunerativi dell’intera traversata, pur mantenendosi sulle medie difficoltà, e vista da nord presenta una becca in apparenza invalicabile. A soli quattrocento metri dalla sua punta si trova la Cima di Peio (3549 mt.) subito seguita da altre punte minori senza nome. Per questa parte di cresta la confusione toponomastica fu, sin dall’inizio, molto accentuata: molti alpinisti locali indicano ancora questo tratto come “Cime di Peio”. Una monotona traversata conduce al Taviela (3612 mt), sulla cresta S-E a circa 3000 metri di quota sono siti i ruderi del vecchio Rifugio Mantova, di cui si accennerà. Una delicata, più che difficile, discesa conduce al Colle Vioz (3330 mt.) dal quale si presenta una bella veduta sulla sottostante Val di Peio e, più lontano, sulle catene montuose dall’Adamello alla Tosa ed alle Dolomiti fino al Civetta. Il sovrastante e massiccio Monte Vioz visto dal versante Valtellinese si presenta con dolci ed appiattiti pendii ed è interessante, anche se poco frequentata, méta sci-alpinistica. Il nome trae le sue origini dalle valli Solandre, dai cui abitanti è chiamato “Vioz”.

Itinerario traversata Punta Cadini – Cima Vioz

Dal Bivacco Meneghello (3340 mt.), oltrepassato il sottostante Col degli Orsi, si risale il ghiacciato esposto ad ovest che conduce sulla Punta Cadini (3524 mt.). Scesi in breve dall’omonimo colle, si attaccano le rocce della cresta sud della Rocca di Santa Caterina. Mantenendosi sul filo di cresta si supera un aereo ed affilato tratto pianeggiante dopodichè si perviene ad un intaglio sottostante ad una verticale paretina, di pochi metri (III/IV), che si supera innalzandosi sulla destra (più facile) o direttamente, sfruttando un intaglio. Raggiunta la Rocca si è, in breve, alla Cima di Peio (3549 mt.) dalla quale, sempre per cresta, con facili saliscendi e superate elevazioni minori, si raggiunge la Punta Taviela (3612 mt.). La discesa da essa presenta i passaggi più delicati dell’intera traversata delle Tredici Cime. Con abbondante neve, ci si porta all’estremità orientale della vetta e si discende un canalino all’inizio piuttosto ripido, obliquante verso sinistra e dominante il Col del Vioz. A tarda stagione, affiorando le rocce rotte e pericolose da cui è formato, conviene spostarsi all’estremità nord-occidentale della vetta

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Difficoltà: Abbastanza difficile
Dislivello: 700 metri
Tempo: ore 6 – 7

 

Tratto dalla guida Rifugi alpini, bivacchi e itinerari scelti, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...

Bormio
Diga di S. Giacomo
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