Bormio: L’ambiente della Magnifica Terra Bormiese

Il Bormiese è per gran parte entro i confini del Parco Nazionale dello Stelvio, una delle più vaste aree protette d’Europa. La caratteristica principale della copertura vegetale è data dalla presenza di numerosi boschi molto interessanti per estensione e contenuto floristico. Anche il sottobosco presenta una flora di grande pregio tra la quale spicca, abbondante, il fungo porcino. Gli abeti rossi rivestono il versante sulla sinistra della Valfurva sino a lambire il torrente. Il versante sulla destra della Valdidentro è ricoperto da boschi di abete, chiamati dai botanici svizzeri “transalpini” a sottolineare la loro presenza nelle calde valli delle Alpi meridionali. I ripidi versanti della Valdisotto sono ammantati di abeti rossi, mentre in riva dell’Adda vi sono fitte boscaglie di ontani. Frequenti nelle valli sono altresì pini cembri, larici e betulle.

 

montagne del Bormiese

 

Straordinaria la presenza di fiori con 1800 specie. Nella conca di Bormio si incontrano inaspettate zone con microclima particolarmente favorevole, contrassegnato dalla presenza di vegetazione termofila. Addirittura eccezionale è l’ambiente delle sorgenti termali nel quale, a circa 1450 metri, prospera una felce che raggiunge di norma appena i 700-800 metri di altitudine. Un notevole elemento di differenziazione nella vegetazione dell’alto Bormiese è dato dall’affioramento di rocce sedimentarie (calcari e dolomie) che determinano la crescita di boscaglie a pino mugo con erica nei luoghi meno innevati e con rododendro irsuto dove l’innevamento è più prolungato. La regione offre un habitat ideale per la tipica fauna stanziale alpina, rappresentata da cervi, caprioli, camosci e da circa 200 stambecchi che hanno trovato da alcuni anni un ambiente favorevole in Val Zebrù.

 

Valle del Braulio

 

La fauna minore è rappresentata da numerose colonie di marmotte e di scoiattoli, nonchè di tassi, ermellini, volpi e lepri. Numerosi sono gli uccelli con circa 200 specie segnalate. frequente la presenza del gallo forcello e della pernice bianca; in Val Zebrù e nella valle dei Forni vi sono alcuni esemplari di aquila reale. Sorprendente la presenza di insediamenti permanenti a una altitudine che altrove segna l’inizio del deserto nivale. Trepalle, a 2079 metri, è l’abitato più alto del continente europeo; il paese di Livigno si snoda a più di 1800 metri; i “mont”, in Valfurva, comprendono nuclei permanenti che vanno dai 1400 ai 1700 metri. Nelle località citate sono ancora visibili le tipiche “baite” caratterizzate dalla presenza del legno (tronchi squadrati, sovrapposti orizzontalmente, incastrati agli angoli e posti su basamenti in pietra) e della “stua”, locale rivestito in legno dove la famiglia d’inverno vive, mangia e dorme. Si tratta degli ultimi esemplari di un’architettura rurale che esprime un’autentica forma di cultura.

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