Valfurva: Dal Gavia al Pian delle Marmotte

Questo itinerario ciclo - escursionistico segue quasi per intero il vecchio percorso (la famosa "Via Imperiale d'Alemagna") che dal Passo del Gavia portava in Valfurva. Attraverso questo tracciato vi transitava infatti il traffico fiorente che dalla "Serenissima" Venezia per la Valcamonica, il Passo del Gavia, Bormio, le Scale di Fraele ed infine la Val Mora, raggiungeva Santa Maria in Val Monastero e, al di là, la Svizzera, oltrepassando il Passo del Forno ed i Passi di Fluela e Albula, oppure il Tirolo e l'Alemagna superando il Colle di Resia. Il tracciato presenta alcune zone molto suggestive, sia da un punto di vista panoramico che ambientale. Lasciato alle spalle il Rifugio Berni posto a quota 2538 mt. (raggiungibile attraverso la S.S. 300 del Gavia che mette in comunicazione, durante il periodo estivo, la provincia di Sondrio con quella di Brescia e sito un paio di chilometri prima del Passo) e scesi ad attraversare il torrente su un piccolo ponte di legno si imbocca, subito a sinistra, un bel sentiero.

Superati alcuni modesti dossi e lasciatosi alto sulla sinistra l'ormai abbandonato Rifugio Gavia, si prosegue diritto attraverso una serie di avvallamenti per raggiungere il caratteristico Pont da Preda (Ponte di Pietra), arco naturale di roccia che oltrepassa l'impetuoso Rin da Dosegù, torrente che convoglia le acque discendenti dal ghiacciaio formato dalla costiera Tresero - San Matteo. Una volta superato il torrente Dosegù si segue la vecchia mulattiera verso settentrione, attraverso una serie di larghe cenge che dominano la caratteristica forra del torrente Gavia, con un panorama sempre più suggestivo ed interessante.

si giunge ora ad un costone che domina la parte inferiore della vallata; il sentiero, a questo punto, prende nuovamente quota sopra a larghi cengioni ed oltrepassando alcuni torrentelli raggiunge il rio che scende dal ramo meridionale del ghiacciaio del Monte Tresero (3594 mt.). Superatolo al di sotto di un'alta e chiassosa cascatella, a volte non senza qualche difficoltà, si arriva in prossimità del Baitin da li Corona, a quota 2445 mt. ...Li Corona sono localmente detti i numerosi cengioni che caratterizzano questa panoramica zona. Poco più avanti, all'imbocco di una valletta, si stacca sulla destra il sentiero che porta alla ormai distrutta Capanna Bernasconi (3074 mt), di proprietà della sezione C.A.I. di Milano costruita negli anni 1920 sui ruderi di una "baracca" risalente alla Prima Guerra Mondiale.

Proseguendo diritto si raggiunge il rio del Dosso, emissario della vedretta del Tresero. Prima di "guadarlo" si lascia sulla propria sinistra la vecchia mulattiera (ora assai inerbata e proveniente, attraverso stretti e e corti tornanti, dal ponte delle Vacche) e si continua a mezza costa con alcuni saliscendi; successivamente si incontrano una serie di torrentelli. Superatili agevolmente, ci si porta in prossimità dei pascoli dell'Alpe Tresero (2266 mt.). A questo punto, dopo aver attraversato e superato il caratteristico Pian delle Marmotte, chiamato così perchè popolato da questi simpatici e schivi roditori, si guadagna il dosso Tresero, situato poco sopra a quota 2354 mt., da dove si possono ammirare le bellezze naturalistiche della conca di Santa Caterina Valfurva (qui si trova un osservatorio del Parco Nazionale dello Stelvio).

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Lunghezza : 10600 mt     Tempo totale : 2 - 2.30 ore     Difficoltà  : moderatamente impegnativo

Tratto dalla guida Itinerari in Mountain Bike in Alta Valtellina, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...

Bormio
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