Escursione a Livigno: la Val Fedaria

Fedaria, toponimo che deriva dall'etimo "feda", ovvero pecora, a ricordarci che questa zona era privilegiata per il pascolo di grandi greggi di pecore. Si raggiunge questa vallata, molto affascinante da un punto di vista paesaggistico, dopo avere attraversato Livigno (1816 mt.) seguendo le indicazioni per il lago e il tunnel del Gallo sino al Ponte detto della Calcheira, posto alla quota di 1877 metri. Qui inizia una comoda carrareccia che nel giro di alcune centinaia di metri porta il ciclo - escursionista in prossimità della caratteristica chiesetta della Valle di Fedaria.

Terminato il tratto di salita più impegnativo, dopo aver superato la chiesetta s'inizia a percorrere un falsopiano disposto parallelamente alla vallata su cui è adagiato Livigno. Si susseguono, via via che si pedala, numerosi insediamenti rurali che punteggiano i verdi prati e, sempre in leggera salita, ci si avvicina alle acque del torrente Fedaria arricchite dall'apporto chiassoso di vari torrentelli affluenti. Oltrepassato il rio di Toscè, attraverso un comodo ponticello, ci si imbatte nel Plan de l'Isoleta, un pianoro molto suggestivo ricco di baite in legno, collocate ai piedi del versante meridionale del Pizzo Cassana, di 3070 metri. Da qui si diparte la mulattiera militare che porta verso il rifugio e il passo di Cassana.

La tipica abitazione livignasca risulta essere di "tipo unitario" e proprio in Val Fedaria se ne incontrano di caratteristiche; esse, infatti, si presentano con due corpi, ovvero il "rustico" e l'abitazione civile, giustapposti in linea. Il materiale impiegato per la costruzione in questo caso distingue le due funzioni: in legno, con le consuete travi sovrapposte, la parte rurale, in muratura l'abitazione; la dimora più tradizionale, invece, era interamente in legno. Terminata la spianata si sale tra i pascoli attraverso una gippabile dal fondo sterrato sempre più sconnesso e sassoso. Oltrepassato, a questo punto, il Baitel de la Cheseira (2149 mt.) sul ponte del rio Leverone si guadagna una strettoia naturale (Valle del Forno) collocata oltre la Valle del Leverone; si raggiungono, così, le baite dell'alpeggio di Mortarecc (2218 mt.), dove ha termine la bella mulattiera.

Osservando attentamente il paesaggio circostante si notano, sui ripidi e scoscesi versanti erbosi, fenomeni crionivali (erosioni tipiche del ghiaccio e della neve) tra cui numerose e singolari "piccole terrazze" che possono indurre il ciclo - escursionista ad avere l'impressione di essere di fronte a sentieri a mezza costa, in realtà inesistenti. I più preparati possono continuare, ed il percorso si fa via via più selvaggio e impegnativo. Il sentiero scende nei pressi di un ponticello, situato a quota 2200 metri, e guadagna, sul versante opposto (destra idrografica) un tracciato abbastanza pianeggiante che corre lungo il fondovalle e che porta nei pressi di una stalla.

Si prosegue, ora, sul sentiero di fondovalle, al di sotto della bianca e caratteristica parete della Corna dei Gessi (2684) fino ad incontrare, a quota 2400 mt., una particolare strettoia di ripidi, scoscesi e sassosi sfasciumi e rocce, dove il sentiero in alcuni punti è praticamente inesistente perchè franato e il cui attraversamento presenta qualche difficoltà (prestare molta attenzione... mountain bike per alcuni metri a spalla). Si consiglia, prima di raggiungere questa zona impervia a quota 2360 metri, di attraversare il torrente Fedaria e portarsi al di sopra di un pendio erboso abbastanza ripido dal quale

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Lunghezza : 16000 mt     Tempo totale : 1.30 - 2 ore     Difficoltà  : poco impegnativo

Tratto dalla guida Itinerari in Mountain Bike in Alta Valtellina, © Alpinia Editrice, Bormio se vuoi acquistare la Guida clicca qui...

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